Alla Dozza non c’è più posto: stop all’accesso di nuovi detenuti

Febbraio 1st, 2025

Il carcere della Dozza è al collasso.

Con 806 detenuti a fronte di 500 posti disponibili, la struttura si trova in una situazione di sovraffollamento cronico, aggravata da recenti retate e dalla chiusura di una sezione per lavori di ristrutturazione. Una situazione insostenibile che ha portato alla sospensione degli ingressi di nuovi detenuti, una misura estrema prorogata fino a giovedì 27 luglio.

Il sovraffollamento non è solo un problema di numeri, ma anche di condizioni di vita. Le celle, già anguste, ospitano spesso più detenuti del consentito, con spazi inferiori a 3 metri quadrati a persona, una condizione che rientra tra i trattamenti inumani e degradanti. A ciò si aggiunge il caldo torrido di questi giorni, che rende la situazione ancora più difficile, con celle prive di condizionatori e orari d’aria limitati a causa della carenza di personale.

Questa situazione di emergenza mette a dura prova non solo i detenuti, ma anche gli agenti penitenziari, che si trovano a gestire una situazione di forte stress e precarietà. La carenza di personale, con almeno 80 agenti mancanti rispetto alla pianta organica, rende difficile garantire la sorveglianza e prevenire gesti di autolesionismo.

Il sovraffollamento carcerario è un problema complesso, che richiede soluzioni strutturali e interventi a lungo termine. Ma nel frattempo, è fondamentale garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti e supportare il lavoro degli agenti penitenziari.

In questo contesto, l’associazione “Chiusi Fuori” svolge un ruolo fondamentale.

Nata per aiutare gli ex detenuti a reinserirsi nella società, l’associazione offre supporto legale, morale e pratico a chi si trova a dover affrontare le difficoltà del post-carcere. Ma non solo: “Chiusi Fuori” è attiva anche nella promozione di alternative alla detenzione, come la Messa alla Prova e i Lavori di pubblica utilità.

Questi strumenti, previsti dalla legge, offrono la possibilità di scontare la pena al di fuori del carcere, svolgendo attività socialmente utili a favore della comunità. “Chiusi Fuori” supporta i detenuti che accedono a queste misure, offrendo loro un percorso di reinserimento personalizzato e accompagnandoli nella ricerca di un lavoro e di un alloggio.

L’associazione si batte per i diritti dei detenuti, sensibilizzando l’opinione pubblica sul problema del sovraffollamento e promuovendo un modello di giustizia riparativa che metta al centro la persona e il suo percorso di reinserimento. “Chiusi Fuori” offre un aiuto concreto a chi, una volta uscito dal carcere, si sente “chiuso fuori” dalla società, offrendo opportunità di lavoro, di formazione e di supporto psicologico.

La situazione al carcere della Dozza è una sfida per tutti, istituzioni, società civile e singoli cittadini. “Chiusi Fuori” rappresenta un esempio di come sia possibile fare la differenza, offrendo un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà e promuovendo una cultura dell’accoglienza e del reinserimento sociale.

Condividi questo articolo